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L'uomo e l'ambiente

La Bellezza salverà il Mondo

“La bellezza salverà il mondo”: la celebre affermazione di Dostoevskij, che unisce l’aspetto estetico a quello etico, affonda le sue radici, come è noto, nel principio greco secondo cui il bello coincide con il buono.

Nel mondo greco, il bello e il buono sono talmente indissolubili, che esiste un termine che raccoglie entrambi i concetti: kalokagathòs, “bello e buono”. Il connubio tra piano estetico e piano etico, che in parte verrà meno solo con il Cristianesimo, per la mentalità greca si snoda attraverso l’espressione dell’idea di Bene (e quindi di Vero) in due forme: una interiore, per la quale il soggetto si pone come “buono” e una esteriore, per cui il soggetto si qualifica come “bello”.

La sintesi è nel concetto di kosmos, che fa riferimento a un mondo ordinato, armonioso, dotato di giustizia, e questa armonia ha valenze sia metafisiche (il mondo è strutturato secondo un ordine matematico) che estetiche e sensibili (il mondo è bello, proprio perché ordinato). È l’idea di giustizia che si presenta come forma suprema di bellezza. Da ciò risulta chiara l’accezione greca di “bello”: il bello non è solo qualcosa di gradito agli occhi e alle orecchie, ma coinvolge anche le qualità del carattere, in modo che “belli” siano anche i comportamenti giusti, o meglio, la dignità che tali azioni portano con sé. Il bello è anche qualcosa di buono, perché il bello rivela la struttura dell’essere e dunque della sua bontà, poiché, come ha insegnato Platone, essere e bene sono, in ultima analisi, la stessa cosa.

L’ordine dato dalla bellezza si può ritrovare in natura, come kosmos, ma si può anche riprodurre artificialmente, tramite una rappresentazione della realtà che ricostituisca un nuovo ordine: è ciò che fa l’artista, non nel senso ristretto che intendiamo noi oggi, ma nel senso ampio della cultura greca, esprimibile nella téchnē, concetto dall’ampio significato che include il governo del territorio. Secondo Aristotele, la  téchnē va addirittura oltre l’esperienza, in quanto mette ordine in essa. La téchnē è dunque l’abilità nel ricreare l’ordine, il kosmos. La vicinanza tra téchnē e kosmos è dunque ben strutturata nella filosofia greca e passa attraverso il bello e il buono. Con un salto di più di duemila anni, questa vicinanza si carica di senso e di attualità nei rapporti tra estetica ed ecologia e diventa il cuore della riflessione nel dibattito a sostegno delle nuove tematiche di gestione e governo di spazi di straordinario valore paesaggistico, come la montagna.

Nel definire discipline e riferimenti per il governo della montagna non possiamo affidarci solo al senso del sublime che certamente le è proprio e già giustifica tutta l’attenzione che spetta a questo straordinario bene, ma dobbiamo considerare che la bellezza deriva anche dalla necessità che l’umanità ha delle tante risorse essenziali che la montagna custodisce. Ciò che rende bello un paesaggio, un parco, un’oasi ambientale, non è una determinata scelta di linguaggio o di stile artistico, ma il senso del bisogno che l’umanità ha di quel bene.

Insomma, la bellezza, quella vera, bisogna cercarla nei contatti tra percezione estetica ed ecologia, tra sublime e necessario, e produrla con un progetto che sia vera téchnē e sostenerla politicamente, dando voce alla domanda sociale di diritto al bello e alla qualità della vita.

prof. Massimo Sargolini

Facoltà di Architettura - Università di Camerino